Il #Collettivo KinkyGirls, presente quest’anno fin dalla prima riunione al Coordinamento Roma Pride , chiede che la collettività e in particolare la #comunità #LGBT+ siano informate sugli sviluppi legati al caso delle frasi omo e lesbonegative di Chiara Iezzi che con la sorella Paola sarà quest’anno testimonial del #RomaPride2023 .
Sorvoliamo sulla scelta, quella di “#madrine” #testimonial, nel solco di una tradizione ritenuta da molta parte del Movimento LGBT+ ormai anacronistica e priva di fondamento politico, in quanto non frutto di percorsi comuni e condivisi con l* testimonial del #Pride.
Noi di KinkyGirls, fin dalla pubblicazione dei gravi commenti (vedi foto) del 2013 di Chiara Iezzi, allora più che quarantenne, abbiamo fatto presente all’interno del Coordinamento #RomaPride che era assolutamente improponibile tacere di fronte a esternazioni lesive della #dignità delle persone che dovrebbero essere sostenute e testimoniate ogni giorno da chi intende presentarsi come testimonial del Pride.
Abbiamo, quindi, chiesto che il Coordinamento esprimesse una chiara e netta richiesta di riflessione e #rettifica a Chiara Iezzi rispetto a quelle parole.
Raccolto un complessivo plauso per questa proposta, in seguito abbiamo accettato di attendere pazientemente mosse più diplomatiche di quelle chieste, alla luce di contatti tra il portavoce del Roma Pride e l’entourage dell’artista.
A soli 10 giorni dal Pride della capitale, purtroppo, dobbiamo rilevare che niente è accaduto e quelle parole continuano a gravare come “un’ombra” sull’#evento più importante della comunità LGBT+ italiana (non casuale la citazione di un passo di una famosa canzone del #duo).
Ciò a cui stiamo assistendo è che alla testa e sul palco del corteo LGBT+ più grande d’Italia, che grida dignità, #orgoglio e richiesta di #diritti, ci sarà una persona che soli 10 anni fa ha espresso pubblicamente e senza alcuna pubblica #ritrattazione il suo “#orrore” che la sua #musica sia associata a termini come “#leccapassere”, il suo disappunto ironico per i #gay “#checche isteriche” e l’opinione che #orientamento e #identità non siano “per forza un motivo di orgoglio o di identità”.
Ancora più grave e triste è che tutto ciò avverrà nel #silenzio assordante del Coordinamento Roma Pride, su una vicenda il cui contenuto è altamente politico e connesso ai fondamentali principi di orgoglio che fondano la #lotta del #MovimentoLGBT +.
Peraltro buona parte dei partecipanti al coordinamento di fatto ha sempre dichiarato di essere disturbata da quelle frasi e ha chiesto una qualsivoglia forma di gestione della vicenda, ma sembra che non sia bastato per agire in maniera realmente politica, potente e trasparente.
A oggi il Collettivo KinkyGirls rileva che nulla è accaduto e se qualcosa è stato fatto probabilmente non è avvenuto con l’adeguata #assertività.
Pertanto come già dichiarato in sede di Coordinamento, nel rispetto del rapporto con la comunità che rappresentiamo e coerenti con un’idea di lotta politica realista e non #succube ma #forte di orgoglio, per una comunità che non merita, proprio nel giorno della sua massima #visibilità, di sentirsi insultata tra le sue fila e dal suo palco,
il Collettivo KinkyGirls dichiara che manterrà l’impegno assunto di sfilare con un carro insieme al Leather Club Roma, ma esce dal coordinamento Roma Pride.
Ci dispiace molto prendere questa decisione e ne sentiamo il peso, avendo anche molto lavorato, durante questi mesi, per arricchire il documento politico e le #rivendicazioni del Roma Pride, di cui molte a nostra firma.
Purtroppo però non possiamo fare altrimenti e chiaramente siamo tenute a spiegare pubblicamente le ragioni di tale decisione che vuole, nonostante tutto, essere un’occasione di #riflessione #politica.
Collettivo Kinky Girls