Siamo un collettivo di donne e persone non binarie AFAB, delle più svariate età, orientamenti sessuo-affettivi, idntità di genere, desideri in ambito kinky e bdsm. Abbiamo deciso di coinvolgerci attivamente nell’organizzare i primi eventi in Italia a tematica kinky e bdsm riservati solo a donne (Cis, trans e queer) per creare uno spazio sicuro, il più possibile lontano dalle dinamiche eteronormative e patriarcali che particolarmente permeano gli ambienti privati e pubblici bdsm e sex positive.
Play party bdsm, fetish o sexpositive, in giro per l’Italia ormai ce ne sono numerosi ma KinkyGirls vuole vedere, ascoltare, valorizzare, concretizzare e soddisfare, la specificità del desiderio femminile-queer, nelle innumerevoli e variegate sue espressioni. Questa esperienza vuole evitare il continuo rischio di essere stereotipat*, guardat*, invas* dallo sguardo e dalle pratiche maschili eteronormate che, anche nei luoghi più confort e sexpositive, possono condizionare.
Ci poniamo come obiettivi di promuovere cultura e spazi sicuri, liberazione e consapevolezza.
Infinite sfumature della sessualità che aprono innumerevoli vie percorribili da: donne cis di qualunque orientamento sessuaffettivo; donne trans a prescindere dai loro genitali, medicalizzate o meno; persone afab che non vogliono negare ma condividere e mettere in discussione la propria esperienza di assegnazione binaria “F” alla nascita, con tutto ciò che comporta sul piano sociale e persone socializzate “donne”, che siano o meno allineate a questa socializzazione; donne queer che declinano la propria assegnazione e la propria socializzazione in maniera assolutamente soggettiva, libera e rivoluzionaria, senza aspettative e schemi maschili ed eteronormati, ma naturalmente e favolosamente solo se stess*.
Per chi nelle nostre definizioni e parole chiave si ritrova, ma fino a un certo punto? Chi è questioning? Chi sente che i nostri spazi possano essere un porto sicuro, ma non è certə di rientrare nel target?
Non siamo un’azienda commerciale, non guardiamo nelle mutande né sulle carte d’identità, se non per ragioni legate alle normative vigenti su associazioni e simili. Siamo un collettivo militante, siamo persone bdsmers come voi: scriveteci e ci sentiremo per telefono, ci incontreremo davanti a un caffè e ci orienteremo insieme (chiaramente l’ultima parola rimane la nostra che abbiamo la titolarità del progetto, ma possiamo anche dare dritte per realtà diverse da noi).
Sappiamo bene che il patriarcato e il maschilismo sono dentro tuttə noi e non siamo così ingenuə da pensare che ce ne caveremo fuori con un paletto all’ingresso, ma rivendichiamo la possibilità di avere uno spazio nostro dove poter parlare e sperimentare con linguaggi, modi e tempi che riteniamo adatti a noi.
Sempre convintə che il separatismo, con la sua pratica del partire da sé, non sia sinonimo di “esclusione”, piuttosto un canale funzionale a creare nuova cultura, quanto più possibile senza ingerenze maschiliste, maggiori opportunità e accessibilità per chi nel mondo difficilmente ne trova, creare safe space e situazioni di agio per divertirci e creare nuovo sapere senza alimentare disagi, paure e imbarazzi.
Consideriamo il nostro un work in progress fatto specialmente di scelte funzionali alle nostre priorità, intese soprattutto come sicurezza e vivibilità dei nostri eventi, essendo essi di ambito prettamente kinky e bdsm.
Gli spazi pubblici devono poter essere attraversati da tuttə; gli spazi politici privati devono essere il più safe possibile e adeguati alle priorità di chi li crea.
P. S. un ringraziamento a chi ci ha aiutate, supportate, attese, anche criticate (costruttivamente). A chi sa e vuole conoscere realmente il nostro progetto.